Ci chiediamo spesso perchè i bambini facciano i capricci, con questo articolo si cercherà di fare riflessioni e dare qualche consiglio in merito.
Gli strumenti che un bambino ha a disposizione per comunicare sono limitati e il capriccio non è altro che una strategia per attirare l'attenzione, per chiedere qualcosa o per esprimere un bisogno.
Tale strategia, inizialmente, viene messa in atto un po' per caso, ma, se il bambino capisce che essa, in una particolare situazione o con una persona specifica, "funziona", comincerà ad utilizzarla sistematicamente per sperimentarne poi l'efficacia anche in altri contesti.
Una volta che il capriccio comincia ad essere usato dal bambino come strumento elettivo, non è così utile focalizzarsi sulla richiesta esplicita, in molti casi irrealizzabile e poco sensata. Lo è molto di più, al contrario, provare ad individuare il bisogno sottostante, individuale e/o relazionale (attenzione, affetto, autonomia, sicurezza...), ovvero, ciò che si nasconde sotto il capriccio e che il bambino non riesce a verbalizzare.
Vediamo alcuni esempi frequenti di bisogni espressi attraverso lo strumento del capriccio.
- Il bambino cerca di attirare la nostra attenzione, per esempio quando stiamo lavorando, siamo stanchi, malati, o distratti.
Il bambino usa il capriccio perchè, in quel particolare momento, ha bisogno di avere conferme sul fatto di essere visto e amato da noi e, probabilmente, ha sperimentato più volte che tale strategia è quella che meglio funziona per far dirottare la nostra attenzione su di lui.
In situazioni come queste, è importante spiegare al bambino, con parole semplici, le motivazioni per cui in quel determinato momento non siamo disponibili, rassicurandolo sul fatto che, appena possibile, ci sarà uno spazio solo per lui (e ovviamente mantenendo questo impegno!!!).
- Il bambino vuole dirci: "sono stanco!", "non stai seguendo i miei ritmi!", "mi stai bombardando di stimoli!"
Un bambino non sempre riesce a riconoscere e/o a verbalizzare le proprie esigenze e i propri vissuti emotivi; piuttosto, vive una sensazione generale di disagio, tensione, fastidio, che può esprimere attraverso il capriccio.
Per questo motivo, è necessario, per quanto possibile, adeguare il nostro stile di vita ai suoi ritmi, non sovraccaricarlo di attività e stimoli, facendo attenzione a garantirgli i momenti di riposo e di sonno di cui ha bisogno e mantenendo il più possibile costanti gli orari dei pasti e della "nanna".
- Il bambino ha bisogno di sperimentare il suo potere e la sua autonomia rispetto all'adulto di riferimento.
Può accadere che non si riconosca il bisogno sano del bambino di "fare da solo", di sperimentarsi in diverse situazioni, acquisendo nuove capacità.
Il timore che il bambino si faccia male, commetta errori, si sporchi... può diventare un vero e proprio freno al naturale bisogno di crescere. Tutto questo causa frustrazione e rabbia, che possono essere espresse anche attraverso il capriccio.
In questi casi, è importante capire se ci opponiamo ad un comportamento del bambino perchè è effettivamente e oggettivamente sbagliato, o, semplicemente, se sono le nostre paure a bloccarci. Nel secondo caso, dobbiamo cercare di superare tali preoccupazioni, per evitare che al bambino passi il messaggio che la sua spinta ad esplorare l'ambiente e a mettersi alla prova sia qualcosa di sbagliato e/o pericoloso.
- Il bambino esprime, a modo suo, pensieri, desideri, emozioni.
Il bisogno del bambino non è tanto quello di ottenere ciò che vuole, quanto di avere di fronte un adulto che riconosca e dia importanza ai suoi desideri ed emozioni.
Essere riconosciuti significa per lui (e non solo!) esistere ed avere valore per l'altro.
Perciò, è necessario ascoltare attentamente la richiesta del bambino, pur rimanendo fermi sulla propria decisione, usando, ad esempio, frasi del tipo: "Capisco che ora sei molto arrabbiato", "So che questa cosa ti rende molto triste", "E' normale che tu ti senta un po' agitato...".
- Il bambino mette alla prova la stabilità e la fermezza dell'adulto.
In certi casi, si possono avere difficoltà a dare limiti al bambino, temendo di risultare antipatici, cattivi, o volendo evitare a tutti i costi che il bambino sperimenti la frustrazione, pensando che ciò sia dannoso.
In realtà, il bambino ha assoluto bisogno di "paletti", cioè regole e limiti chiari, coerenti, e che abbiano un senso facilmente comprensibile per lui.
Tali "paletti" non servono a frustrare inutilmente il bambino e a farlo piangere, ma rappresentano una guida per il suo comportamento nel mondo. Inoltre, per un bambino, è vitale avere una figura di riferimento che egli percepisca stabile, forte e ferma, poichè solo così potrà fidarsi ed affidarsi ad essa e sentirsi realmente sicuro e protetto.
Sintetizzando, per affrontare efficacemente il capriccio, ricordiamoci alcune piccole strategie:
- Andare oltre la richiesta esplicita e riflettere sui bisogni sottostanti del bambino
- Mostrarsi sicuri e fermi sulla propria decisione, che deve essere adeguatamente spiegata
- Mantenere la calma, anche se si provano emozioni negative
- Dimostrare al bambino di riconoscere le sue emozioni e i suoi desideri, senza, però, cedere alle sue richieste
- Non svalutare il bambino con appellativi negativi (sei sciocco, sei scemo), ma giudicare il comportamento (hai fatto una cosa sciocca)
- Evitare "minacce" che non possano essere attuate o poco credibili
- Non utilizzare MAI ricatti emotivi del tipo: "Se continui così, non ti voglio più bene"
Infine, ricordo che, se cediamo al capriccio, sarà molto più difficile gestire la situazione al suo ripresentarsi, perchè il bambino ha sperimentato che, se insiste, prima o poi l'adulto si arrende!!!
E' più funzionale fare lo sforzo di reggere quando il bambino utilizza il capriccio le prime volte, in modo tale che per lui sia chiaro che, per quanto continui la sua battaglia, NON c'è nessuna possibilità di ottenere ciò che vuole utilizzando quella strategia.
Scritto da LIBERO PSICOLOGO