Progetti Didattici per la Scuola dell'Infanzia

La balbuzie infantile

COS’E’ LA BALBUZIE? Secondo uno studio, di L. RUSTIN Londra 1991, viene è classificata come un disordine della parola.

In realtà, siamo davanti ad una manifestazione linguistica molto più complessa e ricca di aspetti in ombra.

Oltre alle irregolarità meccaniche della parola accompagnate spesso da movimenti anomali del viso (sincinesie), il disordine può implicare per la persona difficoltà di comunicazione, del comportamento, d'interazione sociale e di autostima.

La giusta prospettiva deve quindi tener conto del suono (aspetto fonetico) ma anche dei seguiti emotivi (aspetto relazionale). La balbuzie è caratterizzata dalla ripetizione di suoni, di sillabe o di parole (esempio: ca-ca-ca-casa), o anche l’insistenza esagerata di un suono (esempio: ppppronto).

Si osserva a volte l’utilizzo di “parole ariete” per fare breccia sul blocco, in modo da sostituire le parole troppo complesse (ma... mi chiamo... ma Fabio Bianchi). Tenteranno di accorciare gli scambi verbali o eviteranno di rispondere a domande che potrebbero causare il tartagliamento. Un balbuziente potrà ad esempio spesso chiedere una margherita come pizza poiché si sa incapace di chiedere una capricciosa, e ciò, anche se preferisce quest'ultima.

Può generarsi un accomodamento comportamentale a situazioni “viziate” dalla balbuzie, da cui l'importanza di intervenire senza indugio. Le difficoltà linguistiche possono essere accompagnate da manifestazioni fisiologiche come tremore delle labbra, movimenti incontrollati del viso (occhi, bocca, naso) e del corpo, respirazione irregolare e tendenza a evitare il contatto visivo con l'interlocutore. Queste manifestazioni derivano da un desiderio, spesso inconscio, del bambino di controllare la parola e di un'incapacità di giungervi che genera frustrazione, stanchezza e perdita dell’autostima.

PER LE INSEGNANTI

Molti bambini  che balbettano non amano essere messi in disparte o sentirsi diversi dagli altri, quindi occorre essere sicuri che non riceva trattamenti di favore o sia escluso da attività di classe. Se la balbuzie è molto grave, è consigliabile prendere in disparte il bambino/a e affrontare il problema apertamente  la sensibilità, il buon senso e l’esperienza dell’insegnante saranno di grande aiuto nel gestire i momenti di tensione e di difficoltà del bambino. Alcuni si sentiranno sollevati ed apprezzeranno il gesto, mentre altri rifiuteranno l’argomento: qualsiasi cosa accada, non forzateli e rispettate le loro scelte.

La balbuzie è imbarazzante e dura sia per lui sia per voi, quindi ricordatevi che chi ha questo problema ha bisogno di tutto il sostegno emotivo possibile. Sarà d’aiuto accettare il bambino/a per quello che è, oltre che ad essere comprensivi ed offrire sostegno, non necessariamente in modo eclatante. Lui lo percepirà e si sentirà molto più sicuro.

  1. È inutile dare al ragazzo alcuni consigli, anche se in apparenza giusti: “parla più piano”, “calmati”, “respira profondamente”... Questi consigli il ragazzo li ha già sentiti – ripetutamente e senza risultati – fin da quando ha iniziato a balbettare. Finirebbero solo per seccarlo e suscitargli addirittura più ansia.
  2. Cercate di fargli finire la frase anche se avete intuito la parola che non riesce a dire. Chi balbetta prova fastidio e sofferenza quando qualcuno gli suggerisce una parola. Figuriamoci poi se la parola non è quella che aveva in mente...
  3. Concedete al ragazzo il tempo necessario sia nelle interrogazioni che durante i suoi interventi, facendogli anzi presente che nessuno gli mette fretta.
  4. Sarebbe anche utile fargli da modello, parlandogli con calma e facendo opportune pause, anche frequenti.
  5. Anche i compagni di classe potrebbero essergli di grande aiuto imparando a rispettare i turni e cercando di non “parlarsi addosso”. Questa è oltre tutto una buona regola di una corretta comunicazione.
  6. Altra cosa utile: rimandargli un buon feedback, per esempio attraverso un buon contatto oculare e giuste espressioni facciali, per fargli capire che si sta prestando attenzione a cosa dice e non a come lo dice.
  7. Aiutare il bambino a parlare liberamente e senza vergogna della sua balbuzie, magari sollecitando qualche compagno a parlare di un loro problema: obesità, miopia, ecc.

CONSEGUENZE  DEL PERSIGUIRE DELLE DIFFICOLTA’

  1. Perdita di attenzione da parte dell’ascoltatore: se la sua attenzione viene meno, l’alunno continuerà a ripetere la parola fino a quando l’attenzione verrà ristabilita. Ascoltate quindi con attenzione.
  2. Interruzioni: a tutti noi dà fastidio essere interrotti di continuo quando parliamo. Fate finire di parlare senza interrompere.
  3. Molte persone diventano disfluenti quando devono lottare per avere il tempo di parlare: date a tutti l’opportunità di parlare, non soltanto ai più loquaci.
  4. Pressione temporale: la disfluenza aumenta quando si parla più velocemente. Quindi è bene non mettere fretta all’alunno che balbetta. Compiti da eseguire velocemente e interrogazioni fatte in modo incalzante, esercitano troppa pressione e creano disagio. È sempre bene parlare il più possibile con calma e senza fretta.
  5. Parlare davanti a tutti: tener conto che il bambino che balbettano hanno maggiori difficoltà a parlare davanti a numerose persone.
  6. Richiesta di parlare: domande improvvise o inattese possono accrescere le esitazioni. Evitate di fare domande del tipo: “Cosa pensi di fare?” o di far raccontare un’esperienza spiacevole o magari di far confessare una “verità” specie se ne siete già al corrente.
  7. Emozioni: paura, dolore, rabbia, umiliazione e frustrazione possono causare difficoltà nel parlare. Non incoraggiate il bambino a parlare mentre è in preda a questi stati d’animo. Potete dimostrare che capite dando voce voi stessi a questi sentimenti. (“Quel rumore ti ha spaventato”, “Ti sei arrabbiato per questo o quel motivo”, ecc.).
  8. Eccitazione: cercate di evitare l’eccessiva stimolazione quando non è necessaria. Sarà di grande aiuto un ambiente scolastico calmo e tranquillo.

Come dicono gli esperti: Smettere di balbettare non significa non avere più blocchi evidenti all’esterno. Smettere di balbettare è molto di più, è pensare senza blocchi, è poter dire esattamente quello che abbiamo pensato.

 

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