IL GIOCO SIMBOLICO NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA: ANALISI DI UN’ ESPERIENZA DI DOCUMENTAZIONE.
I bambini provengono da un ambiente socioculturale piuttosto eterogeneo costituito da operai, insegnanti, impiegati e liberi professionisti.
Nella scuola dell’infanzia il bambino ha la necessità di trovare motivi d’attività, d’esperienza, d’incontro e un luogo dove esprimere i propri ritmi di crescita senza essere turbato, bloccato, da tempi imposti dall’adulto.
Nella scuola dell’infanzia il bambino ha la necessità di trovare motivi d’attività, d’esperienza, d’incontro e un luogo dove esprimere i propri ritmi di crescita senza essere turbato, bloccato, da tempi imposti dall’adulto.
Le insegnanti, sempre più coscienti di ciò, convinte che lo spazio sia un “ambiente educatore”, luogo di vita e di cultura, hanno predisposto una nuova strutturazione degli spazi scuola.
Inizialmente, gli spazi scolastici (ex sezioni), erano suddivisi in centri d’interesse che ricalcavano i vari campi d’esperienza espressi nei nuovi orientamenti per le necessità scaturite dalle osservazioni effettuate nei precedenti anni scolastici di:
- Offrire ai bambini spazi specifici, ognuno attrezzato per favorire particolari esperienze sfruttando al meglio il materiale a disposizione evitando sia doppioni inutili (sezioni simili) sia l’uso del salone solo come spazio ricreativo.
- Limitare: l’intervento direttivo ed autoritario delle insegnanti.
- Stimolare: il bambino e la bambina al raggiungimento dell’autonomia, aumentando progressivamente la loro capacità di gestire il gioco.
I centri, pur rimanendo costanti nella loro essenza, erano soggetti a modifiche e cambiamenti che seguivano particolari richieste ed interessi manifestati dai bambini, per rendere questi spazi ricchi di stimoli che inducessero i bambini a frequentarli con assiduità.
Ogni centro d’interesse, nella nostra scuola, era un ambiente con una specifica caratteristica che lo identifica e distingue dagli altri, dove ciascun bambino poteva trovare stimoli e materiali opportuni per varie attività di gioco.
La scelta di “specificità “ dei centri si è dimostrata una necessità delle insegnanti, le quali avevano bisogno di chiarezza nella suddivisione degli spazi per osservare le competenze degli alunni divise per campo d’esperienza.
Ogni centro, per la sua identità, aiutava il bambino a sperimentare e cimentarsi in ogni campo d’esperienza.
Ogni centro, per la sua identità, aiutava il bambino a sperimentare e cimentarsi in ogni campo d’esperienza.
I centri strutturati erano quattro:
- CENTRO DEL MOVIMENTO:
collocato nel salone della scuola. In questo spazio il bambino aveva la possibilità di sperimentare giochi di movimento con materiale di grosse dimensioni condividendo, collaborando e cooperando con amici ed insegnanti. Qui era possibile anche sperimentare attività sonore- musicali. - CENTRO DELLA FAMIGLIA:
collocato in un’ex sezione, dove si poteva giocare a travestirsi, ad assumere ruoli, vivere situazioni drammatiche teatrali; ampliare il proprio lessico e la capacità di esprimersi con un linguaggio appropriato. - CENTRO DEL COLORE:
collocato in un’ex sezione. In questo spazio il bambino trovava tutto il materiale per attività grafico, pittoriche e plastiche per creare in libertà. - CENTRO DELLA RICERCA:
collocato in un’ex sezione. Questo centro era allestito con giochi didattici, con libri e riviste interessanti, con materiale naturalistico, animali, tutto ciò che serve per scoprire e incuriosire il bambino rispetto alle cose, al tempo, alla natura e allo spazio, l’ordine, la misura.
I centri sostituivano le sezioni e sono attivi in due momenti della giornata scolastica e più precisamente dalle ore 7.55, alle 10.15 e dalle 13.15 alle 15.