Ogni bambino possono divertirsi con somme e sottrazioni, poichè nascono predisposti a far calcoli, l'istinto a contare è una cosa naturale come dicono docenti e matematici.
La differenza la fa il metodo di insegnamento. esistono bambini\e più o meno interessati ma tutti sono portati e possono riuscire bene a scuola. Già a 6 mesi i bambini distinguono tra uno e molteplici (cioè 2,3 tanti).
Dai 2, 3 anni contare è come recitare una filastrocca divertente e più lo si premia maggiormente si rafforzerà questo istinto.
Capita che verso i 5 anni la matamatica diventi noiosa a causa dei metodi troppo rigidi e scolastici meglio sarebbe la MATEMATICA IN AZIONE.
SI TRATTA DI FARGLI FARE ESERCIZI MATEMATICI NELLA REALTA': devi apparecchiare per 6 persone, con 3 posate per ciascuna: per sapere quante ne servono puoi fare la somma dei singoli pezzi o la somma dei gruppi di coltelli, forchette, cucchiai. Meglio usare la moltiplicazione, scorciatoia comoda quando si devono fare molte somme.
Come la divisione per la sottrazione. La matematica in azione rende il tutto più immediato, pratico, istintivo.
Molto importante far passare il concetto " non ti preoccupare se fai un errore", la matematica va provata applicandone le regole, a volte ci vuole tempo per interiorizzarle.
A volte si parla diDISCALCULIA( difficoltà ad operare con i numeri) ma spesso è nel metodo di insegnamento.
Si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell’associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche.
Spesso alla base ci sono difficoltà di orientamento spaziale e di organizzazione sequenziale che si evidenziano sia nella lettura che nella scrittura dei numeri ( il numero 9 viene confuso con il 6; il numero 21 con il 12; il 3 viene scritto al contrario così come altri numeri...).
Oltre a questo esistono coppie di numeri che hanno tra loro una lieve somiglianza, come ad esempio il numero 1 e il numero 7; il 3 e l’8; il 3 e il 5.
Confondere queste cifre significa anche non attribuirle alla giusta quantità, per cui non è raro che anche semplici esercizi vengano svolti in modo errato. I simboli numerici sono quantitativamente inferiori rispetto a quelli alfabetici (10 cifre contro 21 lettere), ma complessa è la loro combinazione che si basa sul valore posizionale. Per molti bambini, infatti, non c’è differenza tra 15 e 51 oppure tra 316 e 631, in quanto essi, pur essendo in grado di denominare le singole cifre, non riescono ad attribuire significato alla loro posizione all’interno dell’intero numero.
Anche alla base della discalculia ritroviamo carenze relative alle abilità percettivo-motorie, ma, non di rado, le difficoltà logico-matematiche sono attribuibili anche a una carenza di esperienze concrete.
Fin dalla primissima infanzia il soggetto deve conoscere il mondo, manipolare gli oggetti, raggrupparli secondo criteri, costruire con essi strutture via via più complesse. Alla scuola materna e nel primo ciclo di scuola elementare queste esperienze continuano ad essere molto importanti, l’uso del materiale concreto (oggetti, immagini, blocchi logici, regoli in colore, multibase) è indispensabile per guidare il soggetto verso la conquista dei concetti fondamentali.
COME PROCEDE IL BAMBINO QUANDO FA I CALCOLI?
Le competenze/incompetenze sottese alle prove di calcolo sono le componenti di comprensione e di produzione del sistema dei numeri.Il sistema di comprensione e il sistema di produzione sono dissociati a livello neuropsicologico.
Il sistema di comprensione permette di leggere i numeri in codice arabico (es. “3”) o grafemico (es. “tre”), e di riconoscere i numeri in codici uditi a voce; trasforma i numeri (uditi o letti) in una rappresentazione astratta di quantità.
Il sistema di produzione fornisce le risposte numeriche. Questo meccanismo permette di scrivere i numeri in codice arabico o grafemico e di produrre oralmente i numeri in codice fonologico.
Il sistema del calcolo assume la rappresentazione di quantità come input, la “manipola” attraverso il funzionamento di tre componenti: i segni delle operazioni, i “fatti numerici” o operazioni di base (Es.: 5x5; 10+10; ecc.), e le procedure del calcolo.
SISTEMA DEL CALCOLO
INPUT -> SISTEMA DI COMPRENSIONE -> SISTEMA DI PRODUZIONE -> OUTPUT
DEI NUMERI DEI NUMERI
I tre sistemi funzionano in base a:
• Meccanismi Semantici (regolano la comprensione della quantità) (3= o o o ).
• Meccanismi Lessicali (regolano il nome del numero) (1-11). Nella codifica verbale di un numero, ciascuna cifra, a seconda della sua posizione, assume un “nome” diverso. I meccanismi lessicali hanno il compito di selezionare adeguatamente i nomi delle cifre per riconoscere quello del numero intero.
• Meccanismi Sintattici (Grammatica Interna relativa al valore posizionale delle cifre).
Ogni cifra nel comporre un numero (ad esempio le cifre 2, 7, e 4 nel comporre duecentosettantaquattro) è caratterizzata da una relazione posizionale particolare con le altre cifre costituenti il numero.
Esempio:
1 2
2 1
Il sistema di comprensione e il sistema di produzione sono dissociati a livello neuropsicologico.
Il sistema di comprensione permette di leggere i numeri in codice arabico (es. “3”) o grafemico (es. “tre”), e di riconoscere i numeri in codici uditi a voce; trasforma i numeri (uditi o letti) in una rappresentazione astratta di quantità.
Il sistema di produzione fornisce le risposte numeriche. Questo meccanismo permette di scrivere i numeri in codice arabico o grafemico e di produrre oralmente i numeri in codice fonologico.
Il sistema del calcolo assume la rappresentazione di quantità come input, la “manipola” attraverso il funzionamento di tre componenti: i segni delle operazioni, i “fatti numerici” o operazioni di base (Es.: 5x5; 10+10; ecc.), e le procedure del calcolo.
SISTEMA DEL CALCOLO
INPUT -> SISTEMA DI COMPRENSIONE -> SISTEMA DI PRODUZIONE -> OUTPUT
I tre sistemi funzionano in base a:
da u la posizione cambia nome e semante.
VALUTAZIONE E INTERVENTO
Al fine di programmare un intervento riabilitativo il più possibile individualizzato, specifico e calibrato su ogni bambino, è opportuno eseguire una valida valutazione clinica. La valutazione funzionale e qualitativa, attraverso prove specifiche e test standardizzati, serve a delineare un profilo neuropsicologico del bambino.
Per quel che riguarda i bambini discalculici o con difficoltà di calcolo, esistono strumenti diagnostici che permettono di valutare le competenze delle principali componenti di elaborazione cognitiva del sistema dei numeri e del calcolo. Fornisce uno screening di base. 3°, 4° e 5° elementare.
Fornisce un profilo di discalculia evolutiva.
L’intervento deve essere graduale: dove sono richieste più regole per la soluzione di un compito complesso (ad esempio per eseguire correttamente un’addizione, bisogna saper mettere in colonna, bisogna conoscere la regola del riporto, e così via), è necessario scomporre questo compito in unità elementari (lavorare solo sull’incolonnamento, lavorare sulle procedure dell’addizione, e così via).
Ogni unità elementare può considerarsi, quindi, un’attività su cui esercitarsi fino alla sua acquisizione, prima di essere associata ad altre.
Oltre all’intervento puramente legato alle difficoltà di calcolo, è fondamentale lavorare con il bambino sulla sua autostima e sulla sua motivazione; attraverso un approccio metacognitivo, si fa riflettere il bambino sul fatto che egli ha delle difficoltà dovute ad un mal funzionamento di quelle parti del cervello che sottendono alle abilità matematiche e che il resto delle funzioni mentali generali non è compromesso: “L’intelligenza non c’entra niente con le tue difficoltà in matematica!”
La riabilitazione deve essere attuata in stretta collaborazione con la scuola e con la famiglia.
Test di I° livello: AC-MT (Cornoldi, Lucangeli, Bellina, 2002)
Test di II° livello: ABCA (Lucangeli, Tressoldi, Fiore, 1988)
Queste prove individuano le difficoltà specifiche da trattare e offrono anche gli strumenti per la riabilitazione individualizzata del bambino.