Progetti Didattici per la Scuola dell'Infanzia

Relazioni tra scuola e famiglia: colloquio

PROPOSTA  DI ATTIVITA

Giro di tavolo sui problemi più significativi emersi dall’ autoanalisi effettuata con questa unità di lavoro.

Dalla conversazione nel gruppo riguardo il tema del colloquio, secondo l’ esperienza vissuta nelle nostre scuole dell’ infanzia, è emerso che i problemi più significativi sono legati:

  • alle attese snervanti durante i colloqui
  • alla scarsa obiettività dei genitori nel giudicare i figli
  • alla predisposizione di un setting poco tranquillo e accogliente
  • alla difficoltà di cogliere le motivazioni della famiglia
  • ai tempi troppo ridotti per colloqui con genitori di bambini con difficoltà
  • non puntare sugli aspetti positivi e dilungarsi solo sulle problematiche
  • non essere consapevoli e non tener conto delle aspettative reciproche
  • utilizzo di comunicazioni scritte e multimediali evitando un confronto aperto con la famiglia.


Scelta del problema ( o di uno dei problemi) più ricorrente

Secondo noi, il problema più ricorrente nel colloquio con la famiglia, emerso dopo un giro di tavolo sui problemi più significativi, è quello di puntare, nel colloquio, poco sugli aspetti positivi dell’alunno e dilungarsi solo sulle sue difficoltà; ciò genera preoccupazione nel genitore che spesso cerca naturalmente di difendere il figlio

“ accusando “ implicitamente o esplicitamente le insegnanti di non comprendere il bambino e/o non aiutarlo in modo adeguato. Se invece nel colloquio si equilibrassero aspetti positivi e negativi riscontrati nel bambino forse il genitore sarebbe più disponibile al confronto e più obiettivo.

 Analisi in gruppo delle proposte di miglioramento formulate individualmente

Nel gruppo sono state analizzate le proposte di miglioramento formulate individualmente:

  • offrire subito l’ opportunità alla famiglia di aprire il colloquio e di esprimere ciò che ritiene importante
  • prevedere gli effetti della comunicazione e il “ vissuto ” dei genitori
  • essere consapevoli e tener conto delle aspettative reciproche
  • puntare sugli aspetti positivi, i traguardi raggiunti dal bambino e individuare poche problematiche significative senza caricarle eccessivamente di negatività
  • rispettare i ritmi di ascolto e parole reciproci
  • essere consapevoli di provare e suscitare emozioni, cercare di cogliere le motivazioni della famiglia
  • esplicitare le differenze tra i ruoli e i compiti della scuola e quelli della famiglia condividere con la famiglia decisioni operative per cercare di superare eventuali difficoltà del bambino

 Discussione

Nel gruppo la discussione ha portato a un confronto sulle ipotesi di miglioramento e tutti hanno sottolineato come sia importante, nel gestire i rapporti con le famiglie, cercare di assumere il punto di vista del genitore, le sue ansie, le sue aspettative, le sue richieste….praticamente sintonizzarsi sul suo modo di vedere il figlio pur rispettando i ruoli reciproci.

Importante è il ruolo del tutor che deve saper creare i presupposti per un confronto aperto e sereno, sia con la famiglia sia con il team docenti, teso alla fiducia e alla valorizzazione di ruoli e competenze specifiche.

EDefinizione in gruppo dei comportamenti ( cosa e come )

che dovrebbero caratterizzare la funzione tutoriale in relazione alla facilitazione della comunicazione:

  •  nel GRUPPO DOCENTE il tutor dovrebbe utilizzare strategie di comunicazione efficaci per permettere ad ogni docente di sentirsi attivamente parte del team ( ascoltato e in ascolto ). Obiettivi della comunicazione sono ad esempio l’utilizzo di un linguaggio comune, la costruzione di una documentazione leggibile condivisa, modalità di comunicazione semplici ed efficaci ( diario delle esperienze/ fatti più significativi, messaggi scritti, avvisi chiari… )
  •  nell’ ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA il tutor dovrebbe garantire e organizzare momenti di confronto interpersonale  tra i vari soggetti implicati nell'azione educativa (docenti/docenti, docenti/famiglie, tutor/docenti, tutor/agenzie educative esterne…): incontri periodici, colloqui, segnalazione verbale o scritta di problemi.
  •  nel RAPPORTO TRA SCUOLA E FAMIGLIA il tutor dovrebbe almeno garantire due colloqui l’anno per almeno 20-30 minuti, organizzare assemblee per condividere il progetto educativo, manifestare continuità e coerenza con i colloqui precedenti appuntando le informazioni significative fornite dalla famiglia anche per condividerle con le colleghe, individuare azioni concrete per la famiglia e la scuola fissando il periodo in cui ci si ritroverà a fare il punto della situazione.

 

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